Il Karate alle Olimpiadi: un sogno realizzato o un esperimento fallito? Il Karate, dopo aver fatto il suo debutto alle Olimpiadi di Tokyo 2020, non sarà presente né a Parigi 2024 né a Los Angeles 2028. Questa decisione ha sorpreso molti appassionati e atleti di questa disciplina.
Quali sono le ragioni di questa esclusione?
Vediamo quali sono i motivi per cui ad oggi non è stato incluso il Karate alle Olimpiadi:
- Criteri del CIO: il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha dei criteri molto specifici per l’inclusione di nuovi sport alle Olimpiadi. Questi criteri riguardano la diffusione globale dello sport, il suo appeal per il pubblico, la sua aderenza ai valori olimpici e la sua capacità di generare interesse mediatico.
- Federazioni e stili: esistono molti stili diversi di Karate, così come federazioni che svolgono un ruolo di regolamentazione e sviluppo della disciplina e degli stili. Ogni federazione ha regole interne specifiche, che possono essere valide a livello locale, nazionale e/o internazionale. La complessità dunque e l’elevato numero di stili di Karate e di federazioni rende complesso uniformare la disciplina in un singolo contesto, quello delle Olimpiadi.
- Violenza e sicurezza: le origini del Karate sono legate a tecniche di combattimento e di difesa. Il CIO deve bilanciare la tradizione di uno sport con la necessità di garantire la sicurezza degli atleti. Le regole competitive del Karate sono state adattate nel corso degli anni per ridurre al minimo il rischio di infortuni gravi. L’obiettivo è stato, ed è tutt’oggi, di rendere il Karate più accessibile ed a un pubblico più ampio.
- Scelte dei comitati organizzatori: ogni città che ospita le Olimpiadi ha la possibilità di proporre degli sport aggiuntivi. La scelta di questi sport dipende dai gusti del comitato organizzatore locale e dai suoi obiettivi.
- Impatto della pandemia: la pandemia di COVID-19 ha sicuramente influenzato le decisioni riguardo all’inclusione di nuovi sport. La mancanza di pubblico a Tokyo 2020 potrebbe aver spostato l’esposizione mediatica del Karate e, di conseguenza, la sua valutazione da parte del CIO.
Le origini del Karate possono influenzare la scelta?
Il Karate, e le arti marziali orientali, non nascono come attività sportive, ma come discipline marziali per la difesa personale e il miglioramento di sé. Pertanto in tale senso può essere corretto che non siano comprese tra le discipline Olimpiche. Anche lo yoga ad esempio è un’antica disciplina originaria dell’India che unisce corpo, mente e spirito. La parola “yoga” deriva dal sanscrito e significa “unione”, e anche in questo caso non avrebbe senso inserirlo nelle Olimpiadi. La visione delle pratiche marziali orientali assimilate agli sport è alimentata dalle federazioni, non solo, ma anche, per interessi economici e politici. Le Olimpiadi nascono in Grecia, culla della cultura occidentale, che per definizione sono un evento che promuove unicamente l’attività sportiva.
Quindi Karate alle Olimpiadi sì o no?
Nonostante le origini del Karate, la distinzione tra arte marziale e sport è spesso sfumata e può variare a seconda delle discipline e degli stili. Il Karate, con la sua evoluzione verso una pratica sempre più competitiva e regolamentata, ha dimostrato di avere tutte le caratteristiche di uno sport. La sua esclusione dalle Olimpiadi è comunque una decisione complessa e controversa, che ha lasciato molti appassionati delusi.
Ad ogni modo l’esperienza del Karate alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ha segnato un capitolo importante nella storia di questa arte marziale. L’esibizione degli atleti ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo. Questo ha dimostrato che la disciplina, la perseveranza e il rispetto per se stessi e gli altri sono valori universali che trascendono le barriere culturali.
Ricordiamoci inoltre che il Karate non è solo uno sport, ma un percorso di crescita personale. Se sei affascinato da questa disciplina, non esitare a indossare il karetegi e iniziare a praticare.
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