Lo Zen, una scuola profonda originaria della Cina durante la dinastia Tang (618-907 d.C.), si diffuse in Giappone nel XII secolo grazie al monaco Bodhidharma. Lo Zen offre un ricco arazzo di insegnamenti e pratiche che guidano gli individui verso la crescita personale, la meditazione, e la pace interiore. Al centro dello Zen si trova il concetto di padronanza di sé, la capacità di comprendere, gestire e trasformare la nostra mente, conducendo a una vita di maggiore chiarezza, armonia e realizzazione. Uno degli obiettivi dello Zen è dunque di fare da guida alla crescita personale.
La tradizione Zen sottolinea che le nostre menti non sono entità statiche ma piuttosto paesaggi dinamici, costantemente modellati dai nostri pensieri, emozioni ed esperienze.
Le pratiche Zen sono molte, e attraverso gli insegnamenti e le lezioni, è possibile iniziare un percorso di apprendimento. Indipendentemente da quali pratiche e lezioni scegli di seguire, è importante essere pazienti e perseveranti. Lo Zen è infatti un percorso di apprendimento lungo tutta la vita e non c’è modo giusto o sbagliato per praticarlo.
Nell’articolo vedremo un racconto Zen (il racconto dei 4 cavalli) e studieremo la sua analogia con il Karate.
1. Il racconto dei 4 cavalli
Il racconto Zen dei 4 cavalli è una parabola che insegna l’importanza della pazienza e della perseveranza sulla via della crescita personale e spirituale. Alcune fonti attribuiscono la storia al maestro Zen Dogen Zenji, fondatore della scuola Sōtō Zen in Giappone nel XIII secolo. Tuttavia, non vi sono prove concrete a sostegno di questa affermazione e la storia potrebbe essere ancora più antica.
Esistono diverse versioni della storia, ma in generale si narra di un re che possedeva quattro cavalli selvaggi che nessuno riusciva a domare.
Un giorno, un giovane si presentò al re e chiese di poter addestrare i cavalli. Il re acconsentì e il giovane si ritirò con i cavalli per un anno intero.
Al termine dell’anno, il giovane tornò dal re e gli mostrò i cavalli. I cavalli erano ora completamente addomesticati e obbedivano al giovane con un solo gesto. Il re era stupito e chiese al giovane come avesse fatto.
Il giovane spiegò che aveva lavorato con ogni cavallo uno alla volta. Il primo cavallo era il più selvaggio e il più difficile da domare. Il giovane dovette trascorrere molti mesi a guadagnarsi la sua fiducia e a insegnargli i comandi di base.
Una volta che il primo cavallo fu addestrato, il giovane poté utilizzare le sue conoscenze e la sua esperienza per addestrare il secondo cavallo, che fu un po’ più facile da domare.
E così, il giovane continuò con il terzo e il quarto cavallo, fino a quando tutti e quattro furono completamente addestrati.
Il re era molto colpito dalla saggezza del giovane e gli chiese di insegnargli la sua lezione. Il giovane spiegò che i quattro cavalli rappresentavano i diversi livelli di illuminazione:
1. Primo cavallo:
- Selvaggio e indomito: rappresenta la mente incontrollata, piena di pensieri negativi, emozioni intense e desideri incontrollati.
- Difficile da addestrare: simboleggia la sfida iniziale nel domare la propria mente e iniziare il percorso verso l’illuminazione e il miglioramento di sé.
2. Secondo cavallo:
- Inizia a rispondere: rappresenta la mente che inizia a calmarsi e a diventare più consapevole.
- Addestrabile con fatica: simboleggia il lavoro necessario per sviluppare la concentrazione e la disciplina mentale.
3. Terzo cavallo:
- Obbedisce quasi completamente: rappresenta la mente quasi completamente illuminata, libera dalla maggior parte della sofferenza e delle illusioni.
- Addestrabile con facilità: simboleggia i progressi significativi nel padroneggiare la propria mente e avvicinarsi all’illuminazione.
4. Quarto cavallo:
- Perfetta armonia: rappresenta la completa illuminazione, uno stato di perfetta pace, saggezza e compassione.
- Addestrato da solo: simboleggia il raggiungimento della liberazione e la naturale espressione della saggezza e della compassione nella vita quotidiana.
Il giovane spiegò al re che l’illuminazione non si ottiene dall’oggi al domani, ma è un processo graduale che richiede tempo, pazienza e perseveranza. Solo con la perseveranza e l’esperienza si possono superare le avversità e gli ostacoli che la vita ci pone davanti.
2. Significato della lezione e analogie con il Karate
Il messaggio trasmesso dal racconto offre preziosi insegnamenti sulla vita, il miglioramento di sé e la ricerca della propria realizzazione.
Proprio come il giovane aveva dovuto addestrare i cavalli uno alla volta, anche noi dobbiamo lavorare su noi stessi passo dopo passo, affrontando le nostre sfide personali e imparando dalle nostre esperienze.
Dobbiamo imparare a riconoscere i nostri errori, i nostri limiti, e imparare a fare fluire le emozioni nella giusta direzione. Questo è possibile per tutti, ma richiede impegno, fatica, e dedizione.
Non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” per raggiungere la propria realizzazione. Ognuno deve trovare il proprio percorso, sapendo che la pazienza e la perseveranza sono fondamentali.
Non dobbiamo scoraggiarci se non vediamo risultati immediati. Ogni passo avanti, anche piccolo, è importante per la nostra crescita personale.
L’illuminazione non è una destinazione, ma un viaggio. Il processo di crescita e di trasformazione è ciò che conta di più.
Indipendentemente dal livello di partenza, l’impegno, la dedizione e l’apertura mentale sono elementi chiave per progredire sul sentiero della Via, come insegna la pratica Zen, o lo studio di un’arte marziale come il Karate. Karate e Zen possono essere usati come guida alla crescita personale e fisica della persona.
Qualunque sia il nostro tipo di cavallo all’inizio del percorso, è fondamentale l’azione, mettersi in moto, a prescindere dalla situazione. La vita è un flusso continuo dove è necessario restare in movimento, e perseverare verso la nostra meta.
Il racconto Zen, così come il Karate, possono essere due ottimi strumenti per aiutarci nel nostro percorso di crescita personale.
Vediamo perché:
1. Gradualità del progresso:
- Racconto Zen dei Quattro Cavalli: il racconto sottolinea la natura graduale dell’illuminazione, rappresentata dai quattro cavalli che richiedono un addestramento progressivo.
- Karate: insegna che la maestria si raggiunge attraverso un percorso graduale di apprendimento e pratica, con cinture e gradi che scandiscono il progresso.
2. Disciplina e pazienza:
- Racconto Zen dei Quattro Cavalli: addestrare i cavalli selvaggi richiede disciplina, pazienza e perseveranza.
- Karate: enfatizza l’importanza della disciplina, della pazienza e della perseveranza nella pratica e nel perfezionamento delle tecniche.
3. Controllo di sé:
- Racconto Zen dei Quattro Cavalli: l’addestramento dei cavalli mira a dominare la loro natura selvaggia, portandoli sotto controllo.
- Karate: insegna il controllo del proprio corpo e della propria mente, canalizzando l’energia in modo efficace e disciplinato.
4. Superamento delle sfide:
- Racconto Zen dei Quattro Cavalli: ogni cavallo rappresenta una sfida da affrontare e superare nel percorso verso l’illuminazione.
- Karate: insegna ad affrontare e superare le sfide fisiche e mentali attraverso l’allenamento e la disciplina, e talvolta il superamento dei propri limiti.
5. Crescita interiore:
- Racconto Zen dei Quattro Cavalli: il processo di addestramento dei cavalli riflette la crescita interiore del giovane, che sviluppa la propria saggezza e compassione.
- Karate: il karate migliora non solo le abilità fisiche, ma promuove anche la crescita interiore, sviluppando disciplina, rispetto e consapevolezza.
6. Armonia e equilibrio:
- Racconto Zen dei Quattro Cavalli: l’addestramento dei cavalli mira a creare un’armonia e un equilibrio tra uomo e animale.
- Karate: insegna l’armonia e l’equilibrio tra corpo e mente, promuovendo un senso di benessere e centratura.
3. Prova questi consigli (guida alla crescita personale)
Quando si tratta di prendersi cura del nostro corpo, e della nostra mente, dobbiamo iniziare in piccolo, e dedicarci ogni giorno un po’ di tempo. Bisogna cercare gli strumenti necessari che ci possano offrire una guida alla crescita personale, psicologica e fisica.
Prova a fare quanto segue:
1. Diario (journaling). Inizia a scrivere un diario ogni giorno, preferibilmente la sera. È una delle cose migliori per il benessere psicologico e per alleviare lo stress. Non è necessario che il diario sia dettagliato e lungo, mentre è sufficiente qualche pensiero. Puoi iniziare annotando:
- I momenti più belli della giornata.
- I problemi affrontati e risolti.
- I problemi non risolti, che la sera devono essere accantonati, per poter essere affrontati nuovamente il giorno seguente.
2. Respirazione. Impara a respirare più lentamente, e più profondamente. La respirazione è vitale. Considerando che respiriamo circa 17280 volte al giorno, respirare bene o respirare male può cambiare drasticamente la nostra salute.
- Inizia dedicando qualche minuto al giorno alla respirazione consapevole, inspirando dal naso ed espirando lentamente dalla bocca.
- Focalizzati sul suono del respiro.
- Cerca di immaginare l’aria che entra dentro i tuoi polmoni, e l’aria “sporca” (ricca di anidride carbonica) che esce.
- Puoi dedicare pochi minuti la mattina appena sveglio, prima di entrare nel luogo di lavoro, durante il pranzo, o in altri momenti della giornata, come la sera.
Respirare lentamente permette di:
- Rilassare corpo e mente.
- Ridurre stress e ansia.
- Migliorare la qualità del sonno.
- Ridurre il dolore.
3. Esercizio fisico quotidiano. Dedica almeno 10 minuti al giorno all’esercizio fisico. Per il benessere non è necessario spingere agli estremi il fisico con allenamenti spossanti. E’ fondamentale invece fare movimento sano e frequente. Va bene fare yoga, allenamento a corpo libero o con piccoli pesi, arti marziali a livello non agonistico. Questo aiuta a rilasciare la tensione nel corpo, ridurre la tensione muscolare e la rigidità, nonché innumerevoli ulteriori vantaggi. Fai esercizio fisico quotidianamente per connettere corpo e mente, unendo movimento e respirazione in una sequenza armoniosa e fluente.
Conclusioni
Il racconto zen dei quattro cavalli ci offre una metafora potente per il nostro percorso di miglioramento e una guida alla crescita personale. I quattro cavalli selvaggi rappresentano gli ostacoli che ci impediscono di raggiungere la vera comprensione della nostra natura e del mondo che ci circonda.
Domare questi cavalli selvaggi non significa semplicemente controllarli o reprimerli. Significa piuttosto comprenderli a fondo, accettare la loro presenza e imparare a muoverci con loro in armonia. Attraverso questa pratica, e con la perseveranza possiamo imparare a conoscere noi stessi attraverso il superamento delle avversità.
Concentrati sul tuo viaggio personale, senza paragoni con gli altri. Ogni esperienza, ogni passo compiuto, ti avvicina alla realizzazione di te stesso e alla tua libertà.
Non importa se inizi qualcosa di nuovo a 20 anni o a 80. Se è importante per te, inizia oggi stesso, mettiti in gioco. Prova, osa, oltrepassa le regole.
Lascia un commento qui sotto e raccontaci i tuoi pensieri. Quali passi stai facendo per la tua crescita personale? Questo articolo ti ha aiutato come guida alla crescita personale?
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“Anche un viaggio di mille miglia inizia con un solo passo.”
Lao Tzu
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